Good Kill (USA, 2015)
Recensione
Storia5.0
Regia5.0
Fotografia5.0
Interpretazione6.0
Originalità4.5
Effetti speciali6.5
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Ethan Hawke è un militare colpito da rimorsi di coscienza e da malinconia in questo film diretto dal regista di Lord of War (passabile, con Nicholas Cage) e prodotto da chi ha portato sul grande schermo The Hurt Locker, il pessimo film di Kathryn Bigelow. Segue il filone del pentimento e del rimorso che ha rimpiazzato dopo la crisi economica i film che invece esaltavano la cosiddetta guerra al Terrorismo e ci parla di un aviere (Hawke appunto) che passa dal volare sui caccia da combattimento al guidare i famigerati droni. Quando la CIA prenderà il controllo delle missioni della squadra del protagonista, lui ed alcuni colleghi non riusciranno a sopportare la ferocia dell’Agenzia, mettendo in discussione i metodi ed il significato della guerra in sé.
Un film abbastanza timido che, come scritto, segue un po’ la tendenza a cercare la riabilitazione che cinema e serie TV statunitensi hanno da qualche anno inaugurato. Alla fine è presente molta retorica militarista, tanto che i dubbi del protagonista potremmo definirli più sulla “sportività” di quel tipo di combattimento che sul senso della guerra in sé, e ne viene fuori un film né carne né pesce, con un Hawke che dovrebbe approfondire un personaggio principale che risulta troppo semplice e con qualche discorso di carattere generale di contorno.
Nel 2014 è stato candidato al Leone d’Oro per il miglior film: sarà stato un anno un po’ lento…
La scheda su Wikipedia