High Life (FRA, GER, UK, POL, USA – 2018)

Recensione

5.9

Un film che spera di essere quello che non è e le cui situazioni estremizzate diventano ad un certo punto abbastanza banali e noiose. La sessualità lo anima, più che l'indagine sui personaggi, per cui va visto con chi può gestire certe situazioni. Ma, in tutta onestà, non vederlo non reca danno ai fan del genere e ovviamente allo spettattore più casuale. Girato bene, recitato benino, è proprio il suo perché a risultare inutile. Si può guardare per poter dire di avere visto un film diverso ma senza aspettarsi di rimanerne colpiti.

Storia5.0
Regia6.5
Fotografia6.5
Interpretazione6.0
Originalità5.0
Effetti speciali6.5
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Può un film essere insieme un bel film ma non film non buono? In tema di paradossi, è questo il quello che si può dire di High Life, film di fantascienza di Claire Denis che ha ricevuto anche molti apprezzamenti. Ma sono giustificati?

La storia non è molto complessa. L’umanità, sempre affamata di energia per sostenere le proprie attività, ha deciso di inviare un equipaggio in prossimità o all’interno di un buco nero, per capire se sia possibile trasformarlo in una fonte eterna di energia. La missione è senza ritorno e per completarla è stato inviato un equipaggio di galeotti che durante il viaggio ha il compito anche di studiare la possibilità che nello spazio possa avvenire il concepimento di bambini e che questi possano sopravvivere alle radiazioni. Per assicurarsi che questo compito venga portato a termine chi decide (ma chi ha deciso? 🙄) è stata inserita nell’equipaggio anche una dottoressa, Juliet Binoche, che ha il compito di condurre questi esperimenti e confermare la possibilità che la cosa possa funzionare. La nave ed il suo equipaggio viaggiano quasi alla velocità della luce fino in prossimità del buco nero più vicino dove dovrebbero iniziare gli esperimenti.

In breve, e senza svelare il finale, questa è la trama di High Life, film che potremmo considerare pretenzioso più che interessante. La Fantascienza è un genere in cui gli spettatori, o i lettori, si devono confrontare con temi etici e morali inediti e spesso difficili da affrontare con i normali insegnamenti o consuetudini. In parole povere è questa l’essenza della Fantascienza e dell’Horror. Claire Denis si diverte a ricreare un micro-mondo che ha poco senso e poi cerca di muovere al suo interno personaggi senza logica, guidata spesso più dalla voglia di scandalizzare che da quella di raccontare una storia, seppure strana. L’essenza della Fantascienza non è la situazione in sé ma quello che ha portato ed ha causato la situazione. Questa spiegazione, il complesso di queste informazioni, sono la Fantascienza, non ne sono un piccolo orpello.

Per giustificare alcune scelte abbastanza azzardate, la Denis decide di saltare a piè pari qualsiasi spiegazione, giustificazione, informazione, mettendo lo spettatore davanti a fatti compiuti e tentando di muovere con qualche logica – sebbene estremizzata – i personaggi in quel contesto. Gli attori sono bravi? E’ possibile anche se la regista sembra più interessata a descrivere una prigione volante creata e mantenuta in piedi da abusi da caserma più che da una idea più generale di una storia coerente. Il tema della prigione e quello della sessualità estremizzata sono in effetti gli unici argomenti che sembrano interessarle. Ma è brava in questo?

** SPOILER – da questo punto vengono rivelate alcune informazioni sulla trama **

In realtà la sessualità è il tema al centro di questo film e la prigione volante è una scusa per estremizzare i comportamenti dei personaggi, creando una lunga serie di situazioni di abuso. Questa impostazione è una indagine, è una analisi o una lettura? Mah…

Purtroppo l’incoerenza della trama rende difficile vedere il film come qualcosa di diverso da un tentativo di provocazione, decisamente mal riuscito. Se le influenze di film come 2001: Odissea nello spazio, Solaris ed altri film famosi del genere è evidente specie nel tentativo di indagare la psicologia dei personaggi, il risultato è abbastanza scadente.

E lo è anche perché High Life non fornisce spiegazioni per le sue improbabili decisioni estremizzate, probabilmente perché non ne ha. Quanto è probabile che una civiltà che può viaggiare quasi a velocità della luce abbia bisogno di arrivare fino ad un buco nero per approvvigionarsi di energia? Ma ammettiamo pure che ci fosse una missione così importante, questa civiltà la affiderebbe a dei galeotti? Qual è la probabilità che un gruppo così male assortito, sotto l’influenza di un meccanismo di abusi persino nella sopravvivenza perché ogni 24 ore, se non si fa rapporto, la nave sospende il funzionamento del supporto vitale, possa completare con successo una missione così importante quando tutte le missioni spaziali si fondano sul buon affiatamento del gruppo che le conduce?

Perché sulla nave è proibito il sesso tra l’equipaggio quando uno degli scopi della missione è provare a completare il concepimento di figli? E comunque, che senso ha inserire questo obbiettivo in una missione che punta ad altro? Perché esiste invece una macchina del sesso per procedere da soli e una dottoressa che chiede donazioni di sperma ai maschi dell’equipaggio per inseminare artificialmente le donne dello stesso? Certamente l’equipaggio avrebbe più successo nel poter fare liberamente sesso fra di loro e senza avere una dottoressa, dal passato oscuro, che tenta una procedura sperimentale.

Perché una volta raggiunto, dopo molti tentativi, il suo scopo la dottoressa si dovrebbe suicidare invece che mettere a frutto le conoscenze che ha acquisito? Qual è lo scopo dell’ingresso in un buco nero di un equipaggio che non potrebbe condividere i risultati con la Terra per centinaia di anni considerato il lasso temporale necessario per la trasmissione? E poi, quale possibilità di sfruttare un eventuale successo della missione ci sarebbe se l’equipaggio inviato è un gruppo di galeotti invece che scienziati?

Come si vede, ed era purtroppo svelare un po’ della trama per farlo, praticamente tutte le decisioni e le situazioni del film non hanno una spiegazione logica in una pellicola che si preoccupa più di risultare morbosa che interessante, fino al presunto scandalo (ma scandalo? Yawn… 🥱🥱😴) del sottintendere nel film un inevitabile incesto tra Robert Pattinson e la figlia poi generata durante il viaggio, incesto inevitabile (con tanto di ragazza presentata in forma più sensuale) qualora i due davvero sopravvivessero all’ingresso nel buco nero. Cosa che però non sappiamo perché anche questa informazione non arriva a noi.

Il film è quindi più che altro un tentativo di creare una situazione da prigione spaziale, senza logica e lasciando che a governare la trama siano abusi e sessualità estremizzata, che è poi quello che tutti associano ad una prigione. La possibilità di ritrovarsi in situazioni illogiche è propria della Fantascienza ma qualunque spiegazione del perché e come sia stato possibile arrivare a quella situazione è abilmente evitata e la provocazione rimane l’unico filo conduttore del film. Nonostante queste numerose e generose licenze, il film non è in grado di riprodurre dinamiche interessanti e costruisce situazioni banali e quasi scontate. Rimane lontanissimo da vette come quella di The Cube, tra i pionieri del genere, che indagano molto meglio sulla psicologia del protagonisti e li fanno muovere in modo enormemente più convincente.

Rimane una bravura stilistica e tecnica che non può essere messa in discussione ma la recitazione dei personaggi non cattura né stupisce. Non basta inventare situazioni strane e avere lunghe pause per creare una bella ambientazione e recitare bene.

Il duo Pattinson – Binoche per noi fallisce di nuovo dopo aver avuto un’altra occasione rispetto a quella di Cosmopolis di Cronenberg.

In generale diventa un po’ noioso quando si capisce che lo scandalo è il suo solo fine.

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