Army of the dead (USA, 2021)

Recensione

6.4

Non un film che risulti particolarmente interessante per i fan del genere. Non c'è niente che non si sia già visto e tante volte, né qualche particolare rivisitazione o idea. Forse a qualcuno può piacere per le atmosfere meno dark e più pulp ma complessivamente niente che non si può perdere.

Storia5.5
Regia7.0
Fotografia7.0
Interpretazione6.5
Originalità5.0
Effetti speciali7.5
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Realizzare film che abbiano come protagonisti degli zombie è complicato perché il genere è stato sfruttato così tanto che ci sono pochissime possibilità di essere originali e tante possibilità di annoiare, come sanno bene i fan di The Walking Dead. Probabilmente il fatto che sia il momento di Zack Snyder lo ha portato a pensare di poter scrivere e poi dirigere un horror movie interessante. O originale. O entrambe le cose.

Il risultato è purtroppo un film horror davvero poco originale e molto vicino ad essere un po’ noioso a causa di una quasi completa mancanza di originalità ma anche una storia abbastanza tradizionale. Per la trama non ci si è sforzati troppo: una apocalisse zombie viene scatenata dal solito progetto segreto dei militari che ne perdono il controllo. La situazione sfugge rapidamente dal controllo e sono necessarie misure abbastanza drastiche per proteggere gli umani mentre si cerca una soluzione per il problema degli zombie che ora controllano Las Vegas.

Poi al protagonista, e alla sua squadra, viene proposto di andare nella zona zombie per recuperare i soldi dei casino che sono rimasti al loro posto e sono davvero tanti, così tanti da soddisfare le esigenze di tutti. Il protagonista, quel Dave Bautista che abbiamo visto nell’Universo Marvel, forma una sua squadra che comprende anche sua figlia, ignaro che quella missione sia più complicata di ciò che sembri.

Non vi sveliamo la trama ma la trasformazione di uno zombie movie in una specie di rapina ad una banca non è uno stratagemma esaltante per variare il canovaccio di questo tipo di film, così come non lo è quello di dotare gli zombie di una personalità più complessa. Niente nella storia è diverso dal classico zombie movie, inclusi i sacrifici intermedi durante la storia, praticamente tutte le situazioni che i protagonisti vivono e l’ovvio finale.

Da un regista che è considerato una specie di mito ci si aspetterebbe di più, soprattutto se scrive la storia, e invece purtroppo il film scivola via ovvio nonostante i primi 10 minuti, diciamo una sigla musicale che spiega un po’ l’antefatto, sia un tripudio di suoni e colori che non nasconde nemmeno di scimmiottare un po’ il vecchio Tarantino, quello pulp.

Nonostante una buona regia, non regala nessuna gioia ai fan del genere ma forse può essere una alternativa più colorata al classico zombie movie per chi non è abituato a guardarli. Purtroppo niente che però passerà alla Storia

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