Extinction (USA, 2018)
Recensione
Un buon film che pur partendo da basi non troppo originali riesce a presentare un punto di vista comunque valido e che finisce per essere una metafora, non casualmente, delle odierne migrazioni. Diretto ed interpretato bene.
Storia6.5
Regia7.0
Fotografia7.0
Interpretazione6.5
Originalità6.0
Effetti speciali7.0
( 0 vote ) 0
Film di fantascienza distribuito sulla piattaforma Netflix, Extinction riprende il filone della lotta tra uomini e macchine per l’autodeterminazione, con un accento anche ai problemi sociali di integrazione e segregazione che riportano alla contemporaneità. Della trama non diremo molto perchè parlarne troppo rischia di rovinare il senso della narrazione della storia ma si può dire che Peter, marito di Alice e padre di due bambine. inizia ad avere degli incubi in cui vede scene violente che coinvolgono anche la sua famiglia.
Per questa ragione Peter non riesce a dormire molto, rovinando parzialmente i rapporti con la sua famiglia e sul lavoro fino a quando quello che sogna non sembra drammaticamente avverarsi con una invasione aliena che inizia ad uccidere gli abitanti del pianeta.
Il film gioca su una contraddizione che qui non diremo e punta anche molto sulla storia personale di Peter in fuga da alieni con la moglie e le due bambine terrorizzate, oltre che con dei conoscenti. Anche se la storia non è particolarmente originale, ha una piega particolare che rende il film godibile e la fuga della famiglia di Peter una metafora delle migrazioni odierne con le sue storie tragiche delle quali sentiamo parlare ogni giorno.
Ben diretto e ben interpretato dai pochi attori davvero coinvolti nella trama, il film è come detto godibile anche se le basi da cui trae ispirazioni non sono particolarmente originali. Il film è chiaramente una metafora di tante situazioni che sono venute alla ribalta negli ultimi anni, inclusa la capacità di instaurare tra individui una comunicazione che vada oltre l’insensatezza delle situazioni, in sostanza ribellandosi al disegno generale che sembra ed è inumano.
Non particolarmente complesso perchè il focus sulla storia della famiglia di Peter rende ovviamente impossibile creare un disegno più generale che affronti l’aspetto politico della situazione, mettendo in risalto la storia particolare. Di solito questo, seppur un modo per creare emozione e pathos, limita il significato politico dei film e gli statunitensi spesso si perdono nel “come” invece che affrontare il “perchè” delle cose.
Tuttavia un film che può essere visto e comunque di buona fattura, non troppo pietistico anche se la storia della famiglia in fuga è ovviamente pensata per dare pathos. Nonostante questo il film non scade nella retorica dell’eroe che diventa un superman per reagire alle situazioni ma presenta anche in Peter un personaggio più realistico.
La scheda su Wikipedia