The Predator (US – CAN, 2018)
Recensione
Per i fan del franchise può valere la pena capire come vada a finire la storia ma tutta la scenggiatura è troppo banale per tenere incollati anche nel caso decidiate che la storia vale la sofferenza. Il bambino e la svolta comica sono ovviamente un tentativo di svecchiare il brand ma non ci riescono.
Storia5.0
Regia6.5
Fotografia6.5
Interpretazione5.5
Originalità5.0
Effetti speciali6.0
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Predator è stato probabilmente uno dei film e dei franchise più maltrattati della storia del cinema. Il film originale con Arnold Schwarzenegger, pur partendo da una versione leggermente corretta dei film militareschi degli anni ’80, si reggeva comunque su una idea tutto sommato originale e anche un bel personaggio, il Predator appunto. Un film semplice con una buona idea. Negli anni il franchise è stato maltrattato fino agli orridi crossover di Alien vs Predator.
Ora se ne tenta, come per tanti altri franchise, un reboot affidando la regia a quello Shane Black che aveva partecipato come attore al film originale. La trama diventa confusa grazie all’inserimento di predator buoni e cattivi mentre il film riprende il militarismo di fondo che aveva caratterizzato il film con Black rendendolo, se possibile, ancora più banale e scontato. Insomma, non un gran lavoro sulla storia e sui personaggi tanto che in determinati momenti sembra di guardare E.T. più che Predator e in puro stile hollywoodiano (inteso in senso negativo) la sopresa più grande è un mostro più grande e più cattivo, che però invece di uccidere i nemici ama sballottarli di qua e di là fino a quando – ovviamente – il nemico non riesce a riprendersi e farlo fuori.
Storia non curata che banalizza la storia, personaggi che intuiscono tutto senza che gli si dica niente e persino due cani alieni. Abbiamo visto notevolmente di meglio. Alla fine gli effetti speciali sono decenti e probabilmente un appassionato della storia vorrà capire come va a finire. Gli altri si stancheranno molto prima.
Si parla di una trilogia da costruire su questo reboot, a seconda del risultato economico. Ma speriamo anche di no.
La scheda su Wikipedia